Territorio

Bonus Orbis buona terra o abitazione, l’etmologia del nome Bonorva è incerta, ma la sua presenza è testimoniata da ritrovamenti databili a 3000/4000 anni a.C. : nuraghi , “domus de janas” , menhir. Il paese si adagia su fertili pianori che l’acqua segna e disegna con sorgenti, fonti, ruscelli, cascate, laghetti. Risorse naturali già frequentate dal popoli che nel periodo neolitico e nuragico praticavano il culto dell’acqua per i riti di purificazione e propiziatori. Fontana Sansa oggi Fonte Santa Lucia, tra queste, testimonia con la sua architettura circolare la delimitazione per salutari bolle d’acqua e per l’accoglienza accogliere dei devoti. A poca distanza Su Lumarzu altra fonte sacra, dell’età del bronzo, il cui impianto costruttivo semplice ed armonioso riscontra molte similitudini con altre fonti sacre della Sardegna. A nove chilometri dal paese, su una rupe di rossa trachite , si aprono le grotte funerarie a “domus de janas”della necropoli di S. Andra Priu importante ipogeo di età neo-eneolitica che conta 20 tombe tra cui la complessa Tomba del Capo. All’interno ancora fruibili i raffinati dipinti paleocristiani e medioevali. Poco distante da Bonorva lungo l’antica strada romana “Caralibus Ulbiam”, la piccola chiesa di San Lorenzo esempio di romanico minore. Vicino , di epoca medioevale, appollaiato al culmine di uno sperone calcareo, il borgo di Rebeccu: viuzze scavate nella roccia, poche case immerse nel silenzio, nessun abitante. Seppur abbandonato Rebeccu conserva fascino, suggestione, memorie e storie che neanche il forte maestrale di Sardegna cancella.

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